Titolo: Il cavaliere inesistente
Autore: Italo Calvino
Anno: 1959
Casa editrice: vi consiglio di comprare i Meridiani, della Mondadori.
Genere: storico, commedia.
Numero pagine: 126 (circa, dipende da che edizione avete comprato, non è lungo, comunque)
Riassunto della trama: durante la guerra tra Carlo Magno e i mori, un cavaliere si distingue per la sua prodezza e per la sua bravura sul campo di battaglia, Agilulfo.
Fino a questo punto non ci sono problemi: una guerra, un cavaliere.
La particolarità risiede nel fatto che questo cavaliere, effettivamente, non c'è; è infatti una semplice armatura che, avendo salvato una fanciulla vergine, fu elevata al grado di cavaliere, prendendo quindi forma e vita.
Agilulfo è un personaggio particolare, così particolare che tutti lo evitano e lo odiano, eccezione fatta per il soldato Rambaldo (che si trova in guerra per vendicare il padre), che lo vede come un confidente, e Bradamante, cavaliere donna innamorata dell'armatura senza macchia e senza paura.
Durante un banchetto, però, un giovane annuncia che lui è il figlio della giovane che Agilulfo aveva salvato, e che quindi questa non era vergine. Non essendo vergine Agilulfo non può essere cavaliere, e perciò non può esistere.
Per questo motivo parte alla ricerca di questa ragazza (ormai donna), arrivando in Scozia e poi scendendo fino in Africa, in un viaggio fantastico, con l'intento di far confessare la verginità di questa.
Segue una seria di colpi di scena veloci e scattanti, che rendono la trama rapida e piacevole.
Il tutto è narrato da una monaca, che sembra seguire i personaggi in modo distaccato ma che alla fine si rivelerà parte portante della storia.
Commento: con il Cavaliere Inesistente, Calvino propone una storia nella storia, o meglio: una fiaba nella storia. Utilizzando i personaggi realmente esistiti di Carlo Magno e della sua conquista e resistenza contro i mori, crea questo racconto fantastico e surreale, tinto di continui richiami alla scrittura.
L’intreccio è piuttosto semplice: facciamo conoscenza di pochi, ma importantissimi, personaggi, i quali agiscono con una logica interna alla trama, ma che a noi appaiono come assurdi e astratti.
Primo fra tutti è il protagonista: Agilulfo, un uomo, anzi un cavaliere, che non c’è. È infatti un’armatura che esiste grazie al titolo conquistato grazie ad un’azione eroica.
Abbiamo poi l’inesperto Rambaldo, che si ritrova catapultato in questa guerra che dura da anni, a causa di leggi morali ed etiche che lo portano a vendicare il padre morto in battaglia; ma proprio durante questa catastrofica azione di vendetta conosce la bella Bradamante, cavaliere donna.
E qui nasce il triangolo, la ragazza è infatti innamorata della precisione e da quell’ideale magnifico che Agilulfo incarna nel suo non essere.
La storia si sviluppa attraverso mirabolanti imprese che costringono il cavaliere inesistente a lasciare l’esercito di Carlo Magno per preservare la sua esistenza, che sembra messa in pericolo da delle accuse, che gli tolgono il grado di cavaliere.
Il tutto è narrato dalla voce di una monaca, la quale, con uno sforzo tremendo cerca di isolarsi dalla sua piccola celletta e renderci partecipi di questa storia fantastica e incredibile.
Il libro è breve, rapido, eppure sembra che Calvino non possa fare a meno di farci riflettere. Proponendoci continuamente due temi fondamentali: l’essere e la scrittura.
Questi si mischiano nei pensieri della religiosa, dando vita a meravigliose frasi, che accreditano la bravura nell’autore e la profondità dei suoi scritti. Infatti questi hanno la particolarità di contenere all’interno così tante e numerose letture da diventare “personali”.
Italo Calvino è capace di parlare a un bambino, così come a un innamorato (tanti sono i punti nel libro in cui i personaggi si lasciano a lunghe e profonde riflessioni sull’amore, come pena e come gioia), a un ragazzo così come a un uomo che ha ormai percorso tutta la sua vita.
Trattando del tema dell’essere e del non essere carpisce tutte le preoccupazioni del mondo moderno.
Infatti chi è veramente?
Colui che è considerato dalle autorità –come Agilulfo-, ma che effettivamente non esiste, incarnando un’idea; oppure colui che l’autorità non considera, ma che, alla fine, realmente sostiene la società –come Ramaldo-?
Siamo quando qualcuno ci etichetta? Solo in quel momento esistiamo?
Lo stile di Calvino è fluido, rapido. Quando si arriva alla fine del libro quasi non ci si rende conto di cosa è accaduto, tanto si è persi nelle parole e nelle frasi.
I colpi di scena sono quasi irreali, proprio come il resto dell’opera, e forse proprio per questo risultano tanto normali al suo interno.
Un figlio che ama la madre, ma che in verità non è sua madre, ma sua sorella, ma allo stesso tempo non è sua sorella.
Insomma, un gran caos!
Ogni capitolo viene introdotto da una breve parentesi su suor Teodora, che sembra quasi crucciata dallo scrivere, nonostante senta un impeto che non la trattiene e la porta a continuare questa storia intricata, nella quale non si raccapezza più.
Consigliato a chiunque voglia fare un viaggio intelligente con la propria fantasia.
Citazione libro: È verso la verità che corriamo, la penna e io, la verità che aspetto sempre che mi venga incontro,
dal fondo d'una pagina, e che potrò raggiungere soltanto quando a colpi di penna sarò riuscita a seppellire tutte le accidie, le insoddisfazioni, l'astio che sono qui chiusa a scontare.Prezzo: (dell'edizione meridiani, che comprende anche altre opere di Calvino) 12.90 €
