Al fianco degli Indiani, Commemorazione della "scoperta" dell'America

«Voglio solo dire che la sera del 12 Ottobre del 1992 non me ne starò a casa a brindare al cinquecentenario della scoperta dell'America. Anche perché desidero ribadire che non si trattò di una scoperta, caso mai di una riscoperta.
Perché quando Cristoforo Colombo, con il solito capello fluente e occhio sognante e piede, sicuramente fetente, sbarcò sull'isola di Santo Domingo, c'era una popolazione [...]
Quindi, la sera del 12 Ottobre 1992, almeno per quanto mi riguarda, starò vicino agli indiani e ricorderò insieme a loro quello che loro considerano il più grande giorno di lutto nazionale.»

Fabrizio de Andrè, discorso Al fianco degli indiani

Come disse De Andrè, quando Colombo sbarcò in America, diede il via alla sua conquista, che può essere tranquillamente considerata una delle macchie di sangue più grandi e vistose sul telo di lino del mondo Occidentale.
Con questa iniziativa vi chiediamo di ricordare, attraverso l'uso di poesie e frasi dei nativi d'America, questi popoli distrutti, sterminati e costretti, nei migliori dei casi, a vivere in condizioni deplorevoli all'interno di riserve.
Scegliete uno dei passi proposti e scrivete una storia ispirata ad esso. Potete narrare un fatto veramente accaduto, inventarne uno verosimile. Nel caso in cui finissero ne aggiungeremo altri.
Scrivete e raccontate, perché prima di non dimenticare, bisogna ricordare.

• Rocce e amici/ saldi e costanti/di fronte a me,/ per sempre. (Navajo)

• Chiamo la nebbia,/ed essa viene/ a inumidire la terra./ Mentre cammino, adesso/ sprofondo un poco./Sto in mezzo ai campi./ Penso cose buone. (Papago)

• Un grande dolore mi ha invasa. /Il mare là fuori/era assolutamente calmo/ e rematori stavano per partire. (Eskimo)

• Creatura che voli sui fiori/com'è dolce il tuo canto!/Io sono così solo/e la tua voce/è così lontana,/troppo. (Pueblo)

• Sotto un cielo svuotato/solo,/disteso nella prateria,/io,/fulcro di gloria insanguinato,/sdegno i lamenti,/ma lancio nell'aria/il richiamo del possente Dio-Tuono:/"Baim-wa-wa!" (Algonkin Chippewa)

• Il mio cuore uscirà, solo, nella notte immensa,/ verso di me l'oscurità s'avanza,/scuotendo il suo sonaglio./Il mio cuore uscirà, solo, nella notte immensa. (Papago)

• Il cielo mi ascolta,/la terra mi sente,/ma tu non puoi più ascoltarmi./In solitudine piango, ti chiamo./Come nubi che minacciano il cielo/o figure di sole sull'acqua,/il pianto mi avvolge, e il dolore./Niente è lo stesso./E il cielo più non mi ascolta,/è sorda la terra. (Algonkin Blackfeet)

• Tutti gli dèi sono tristi/per il mio pianto/e il cielo piangerà,/il cielo/fino al punti in cui unisce con la terra./Il cielo piangerà. (Fox)

• È bella come un fiore di montagna,/questa donna,/ma fredda,/fredda come la neve/sotto cui è sbocciata. (Haida)

• Vai,/non voltarti,/e non avere mai paura/né vergogna/di cadere./Ricorda sempre/che anche l'aquila muore. (Pawnee)

• Giù al loro villaggio/i giovani Navajo/giacciono tutti a terra,/senza scalpo,/col capo scorticato,/di un livido azzurro. (Pueblo Tewa)

• Perché dovrei venire fino a Dyiea/da terre lontane,/solo per scoprire/che te ne sei andato?/ Eccomi,/io sono qui,/se vuoi trovarmi,/ in lacrime per te. (Tlingit)

• Il sole è uno scudo luminoso/che un dio un giorno ha creato/e appeso presso il sentiero blu./La luna è la torcia/di un vecchio uomo/che inciampa nelle stelle. (Navajo)

• Anche se lui/ha parlato chiaramente/ancora/quando lo penso/mi riempio/di un'inguaribile attesa. (Algonkin Chippewa)

• Forte batte il tamburo./Lo eguaglia il mio cuore./I miei nemici/sono avvisati. (Nez Percé)

Tutti i testi sono stati presi dal libro "Natives-Canti degli Indiani d'America" dell'Oscar Mondadori.

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